Una settimana intensa: Che Fare premia la Sardegna e il FAI chiude oltre quota 100mila voti le Primarie della cultura

Una settimana di importanti risultati per il popolo dei caregivers culturali italiani. Il primo è arrivato martedì 29 gennaio con la proclamazione del vincitore del premio cultura Che Fare: il progetto Lìberos.

A salire sul podio, la rete degli scrittori, editori, librai, biblioteche e lettori che, dalla Sardegna, hanno lanciato una sfida decisa alla crisi della cultura contemporanea.

Molto interessanti le motivazioni della giuria, su cui vale la pena soffermarsi. In particolare la mia attenzione si è concentrata su tre concetti chiave:

  • il riconoscimento alla lettura di un valore economico, culturale e sociale, individuale e collettivo
    i libri creano cultura, società, intelligenza singola, collettiva ed… economia 
  • il coinvolgimento originale di tutti gli attori della filiera
    i libri sono l’ultimo anello di una catena di mani appassionate
  • la creazione di un modello che bilancia istanze commerciali e culturali
    nei libri economia e cultura hanno sempre convissuto  

Lìberos è una risposta concreta, intelligente e creativa allo stallo in cui la cultura italiana si trova da (molti, molti) anni. Un progetto che ha avuto anche il merito di essere comunicato in maniera brillante, tanto online che offline, perché, è bene ricordarlo, la cultura ha sempre più bisogno di storytellers efficaci.

La seconda (buona) notizia della settimana è arrivata dall’annuncio della cinquina vincitrice delle Primarie della cultura promosse dal FAI. Oltre centomila voti (per l’esattezza 101.993!) per scegliere, tra una rosa di quindici proposte, i cinque temi chiave da sottoporre all’attenzione dei candidati alle prossime elezioni.Una consultazione popolare, rapida ed efficace, in perfetto stile 2.0, che ha calamitato l’attenzione degli operatori del settore e di tanti aspiranti (e felici) fruitori di cultura.

La scelta finale ha premiato questi cinque temi:

  1. Non 1 di meno: quota minima 1% dei soldi pubblici per la cultura (17,5%)
  2. Chi tocca il suolo muore: stop al consumo del paesaggio (14,9%)
  3. Io non dissesto: piani certi per la sicurezza del territorio (9,5%)
  4. Agri-cultura: più lavoro e benessere a km zero(8,8%)
  5. Diritto allo studio, dovere di finanziarlo (7,8%)

Cinque punti per dire che non vogliamo fare a meno della nostra cultura, del nostro paesaggio, della nostra agricoltura, del nostro diritto allo studio… in poche parole, del nostro Paese!

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