Arte e lancette: la formula Swatch

Nuova iniziativa che coinvolge il mondo dell’impresa e quello dell’arte. Protagonista un marchio che molti di noi hanno a portata di mano anzi, per essere esatti, a portata di polso. Si tratta dello Swatch Art Peace Hotel di Shanghai, un edificio storico nel cuore del vecchio distretto finanziario di una città che conta oggi 27 milioni di abitanti.

La Swatch ha deciso di restaurare l’ex Palace Hotel (considerato l’albergo più lussuoso d’Asia) e destinarlo, oltre che a sede di un lussuoso albergo dotato di elegante galleria commerciale, moderno ristorante fusion e terrazza panoramica con vista sul Sol Levante, anche come residenza per artisti di tutto il mondo.

18 gli appartamenti destinati agli artisti con annesso laboratorio da utilizzare con grande libertà per un periodo di sei mesi. In cambio, al creativo viene chiesto di lasciare traccia tangibile (leggi ‘artistica’) del suo passaggio. I dettagli del programma sono consultabili online, nella sezione “apply & participate” del sito, dove gli aspiranti partecipanti alla “adventure” (è definita proprio così!) sono invitati a creare un account e sottoporre la loro candidatura attraverso un form d’iscrizione.

Ideatore del progetto Nick Hayek, figlio del fondatore dell’azienda e ceo dello Swatch Group. A lui, ex studente di cinema, regista e produttore (elementi da non sottovalutare), si deve quest’ultima iniziativa che, in realtà, prosegue una tradizione tipica dell’azienda svizzera: connettere arte e lancette. Il primo artista coinvolto nella realizzazione di una serie speciale di Swatch fu il francese Christian Chapiron (“Kiki Picasso”), seguito dal grande Keith Haring.

Ma sono veramente tante le firme che hanno legato il loro nome al mondo degli orologi più friendly in circolazione: Jean-Michel Folon, Vivienne Westwood, Alessandro Mendini, Renzo Piano, Mimmo Rotella, persino Akira Kurosawa, Pedro Almodovar e Robert Altman per la serie “100 Years Cinema” (1995).

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