“Musica sulle Apuane”: note in alta quota per rendere indimenticabile l’incontro tra cultura e turismo

Che “contaminazione” sia una delle parole chiave oggi della cultura italiana, non ci sono dubbi. E se, come nel caso di “Musica sulle Apuane”, i protagonisti di questa contaminazione sono panorami mozzafiato e musicisti d’alta quota, la formula funziona, e bene!

Nato nel 2013, sull’esempio del più noto fratello maggiore “I Suoni delle Dolomiti”, il festival “Musica sulle Apuane” ha mosso i primi passi grazie all’entusiasmo e l’impegno di Gioia Giusti e Chandra Ughi, le menti (ma forse è meglio definirle i “cuori”) di questo progetto.

Gioia è una pianista di successo, Chandra suona il violoncello con il piglio tipico di una livornese doc, due talenti che hanno scelto di costruire le loro carriere al di là delle consuete regole del mondo della musica classica. Per loro essere musicisti ha molto a che fare con un’idea di cultura che non si arrende ai ripidi sentieri dell’italica creatività, anzi è proprio da lì che parte la magia…

Pronti per affrontare il viaggio? Ecco le istruzioni di Gioia e Chandra:

Come è nato il progetto “Musica sulle Apuane”?

Gioia: Durante una passeggiata in montagna, trovando inaspettatamente un vecchio pianoforte scordato in un rifugio, mi è subito venuta in mente la fantastica esperienza di “I Suoni delle Dolomiti”. Ho pensato all’importanza che nella nostra zona, monopolizzata dall’estrazione del marmo e dal turismo ad esso associato, avrebbe potuto assumere un’iniziativa del genere.

Un’esperienza che, nel tempo, sarebbe potuta diventare simbolo ed esempio per un turismo diverso, consapevole, rispettoso dell’ambiente. Così mi sono messa alla ricerca di persone che mi avrebbero potuta aiutare e sostenere.Ho trovato diverse associazioni che hanno accolto la mia idea e soprattutto gli amici dello staff di “Musica sulle Apuane” che seguono con entusiasmo, competenza e passione ogni dettaglio della sua organizzazione.

Ci descrivete il vostro gruppo di lavoro?

Chandra: “Musica sulle Apuane” è curato da Gioia Giusti, per la direzione artistica, e da me, Chandra Ughi, per la parte che riguarda la produzione degli eventi vera e propria. Essendo uno staff così ristretto, i ruoli s’intrecciano, le competenze si mescolano e ognuno alla fine è completamente coinvolto.

Il CAI di Massa ci aiuta nella costruzione e nella strutturazione delle passeggiate, si lavora dall’inizio dell’inverno per i contatti con sponsor e istituzioni. Arrivata la bella stagione, ci resta solo da guardare il cielo, sperare che il sole ci accompagni e goderci le passeggiate e la musica.

I due elementi chiave che, sulla base della vostra esperienza, possono far funzionare il binomio turismo e cultura?

Gioia: Chi è il turista? Secondo David Grossman è colui che guarda il mondo con gli occhi stupiti del bambino, con un’attenzione che nella vita di tutti i giorni non riserva alle cose che gli stanno intorno. Qual è la funzione del viaggio?Rilassarsi? Estraniarsi? Tornare a casa arricchiti e trasformati? E la cultura non permette forse tutte queste cose insieme?Per noi la cultura non va intesa come un pesante fardelloo un vuoto rituale, bensì come vita, stimolo, condivisione, confronto; ecco allora che il connubio tra turismo e cultura è tutt’altro che artificioso.

Un’esperienza significativa renderà il viaggio non solo più vario e interessante, ma potrà imprimerlo indelebilmente nella memoria.

Nel presentare il vostro progetto scrivete: “La musica non vive solo nei teatri e nelle sale da concerto, ma appartiene alla natura”. Si tratta di una verità spesso taciuta o di una dichiarazione di guerra contro certo tipo di cultura ‘classica’?

Gioia: Dal ritmo cardiaco all’armonia delle stelle, dalle nenie dei bambini alle composizioni più complesse, la musica fa parte di ogni essere umano, a prescindere dal suo grado di alfabetizzazione musicale, dalla sua provenienza geografica o estrazione sociale. I casi di a-musia, cioè di completa incapacità di comprensione/produzione intorno ai suoni, sono estremamente rari.

John Blacking parla dell’Uomo come music-maker,individuando nel suo rapporto con la musica un fondamento antropologico. Per questo motivo, relegare un fenomeno così universale e rappresentativo delle dimensioni più profonde degli esseri umani solo in luoghi deputati ad esso, appare una limitazione evidente e claustrofobica delle sue immense energie vitali.

Senza nulla togliere alla magia di alcune sale da concerto, fare musica all’aperto immergendosi nel respiro della natura è un atto tanto semplice, quanto liberatorio.

Ci descrivete come funzionano gli eventi in programma?

Chandra: Ogni concerto è abbinato a un’escursione mattutina accompagnata dai responsabili del CAI di Massa, che termina sul luogo dell’evento.

Dalla prima edizione del 2013, la rassegna ha coinvolto circa 40 artisti, spaziando dal jazz alla musica contemporanea in prima esecuzione assoluta, alle commissioni appositamente create per gli eventi in quota, alla musica classica in luoghi deputati e non deputati ai concerti, fino alla danza moderna in strutture industriali del territorio.I prossimi concerti in programma concludono la seconda stagione di “Musica sulle Apuane” e vedono la partecipazione di formazioni cameristiche di rilevanza nazionale.

Qualche dettaglio in più sui prossimi appuntamenti?

Domenica 27 luglio si esibirà Extratempo Ensemble (Gloria Merani, violino; Filippo Burchietti, violoncello; Riccardo Parrucci, flauti; Alessandro Franconi, viola e voce narrante) nel concerto “Gianni il Merlo e altre storie”.

Protagonisti quattro musicisti che coniugano esperienze orchestrali, cameristiche e didattiche con vari generi musicali (jazz, contemporanea, sperimentale) per ricreare la suggestione tipica della fiaba musicaleSonia Zanat, autrice del testo, ha raccolto la sfida riuscendo a esprimere il sogno e le ambizioni di un giovane merlo, in cui tutti s’immedesimano al primo ascolto.

L’evento è dedicato all’alpinismo giovanile e realizzato in collaborazione con il gruppo di Massa e il suo responsabile Nicola Cavazzuti.

E i concerti successivi?

Il 3 agosto, per la Festa della Montagna di Campocecina, sarà la volta del Quartetto Aphrodite (Luisa Bellitto e Fanny Ravier, violini; Camilla Insom, viola; Marilena Cutruzzulà, violoncello). Una formazione tutta al femminile, attiva dal 1998 e nata all’interno della Scuola di Musica di Fiesole. Fin dagli esordi il Quartetto Aphrodite ha riscosso ottimi consensi di pubblico in numerose rassegne concertistiche, distinguendosi per un’attenzione particolare alla diffusione del repertorio contemporaneo, soprattutto di compositrici, che hanno dedicato alla formazione opere in prima esecuzione assoluta.Il 9 agosto, a conclusione della seconda edizione di Musica sulle Apuane, il programma prevede l’escursione al Rifugio Nello Conti, in occasione della notte di San Lorenzo, e il concerto del Quartetto Lyskamm (Franziska Schötensak e Cecilia Ziano, violini; Francesca Piccioni, viola; Giorgio Casati, violoncello). Il gruppo, che ha scelto il nome di un monte per rappresentarsi, eseguirà musiche di R. Schumann al tramonto, in attesa di vedere comparire le stelle cadenti.

Il Quartetto Lyskamm, fondato nel 2008, è Ensemble residente presso la Società del Quartetto di Vercelli e tra gli impegni più recenti ha partecipato al Festival Mito e a un’integrale dei Quartetti di Mozart (a cura della Giovine Orchestra Genovese) presso il Palazzo Ducale di Genova, oltre ad aver collaborato con Mario Brunello per il festival “I Suoni delle Dolomiti”.

Da musicista, se dovessi paragonare le Alpi Apuane a un brano musicale o a un compositore, quale sceglieresti?

Chandra: Le Apuane sono montagne scontrose, bellissime, ruvide. Penso a Giacomo Puccini, che di sicuro le osservava rapito dalla sua Torre del Lago. Penso all’intermezzo di Manon Lescaut, un vento di sensazioni, incostante e passionale, difficile e bellissimo.Quando lo scali, quando lo conosci, non puoi che lasciarti rapire e osservarlo dall’alto. Godere della fatica, questo è il segreto, come nella musica.

Perché anche chi non è appassionato di musica e montagna dovrebbe partecipare a uno dei vostri concerti?

Chandra: Partecipare, per chi non è appassionato di montagna è ancora più urgente. Conoscere questi luoghi, con la musica come catalizzatore, è il nostro obiettivo principale. La musica coinvolge l’interiorità, la mente, la montagna cura il corpo, lo fa vivere. Un binomio perfetto, in tempi di staticità emotiva e fisica.

State già lavorando sul 2015?

Chandra e Gioia: Certo che sì! I contatti con le istituzioni sono in corso e puntiamo all’ampliamento e consolidamento del progetto. Sul versante privato, numerosi sponsor si sono dimostrati interessati: il più importante, Alpstation Sarzana, rivenditore Montura (abbigliamento tecnico per la montagna), ci affiancherà per il concerto del 9 agosto.

Per il prossimo anno stiamo già parlando di un coinvolgimento più ampio, una prospettiva a cui teniamo molto in quanto, essendo Montura main sponsor di “I Suoni delle Dolomiti”, speriamo in un collegamento virtuale tra i due festival.E poi avere tra i sostenitori un brand che già nel nome esprime la sua mission: Montagna e Cultura, binomio per noi fondamentale, ci riempie di orgoglio. Puntiamo al raddoppio degli eventi, sentirete parlare ancora di noi!

Io ne sono convinta e credo che Chandra e Gioia saranno in ottima e numerosa compagnia sui sentieri delle Apuane. La musica ti porta ovunque, basta seguirla!

p.s. Per info sui concerti basta contattare il cell. 328 1139964 e seguire la pagina Facebook Musica sulle Apuane

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