Maison Louis Vuitton Roma Etoile: non solo concept store

La notizia ha occupato pagine di giornali e molti link sul web. Poche settimane fa, a Roma, in piazza San Lorenzo in Lucina, la blasonata griffe Louis Vuitton ha inaugurato un nuovo punto vendita, il più grande in Europa. Nome in codice: Maison Louis Vuitton Roma Etoile. Evento di pura mondanità? Non proprio…

La Maison LV Roma Etoile nasce nello spazio che ha ospitato la prima sala cinematografica della capitale. Un luogo magico per i romani che proprio qui (in origine sala Lux et Umbra) hanno iniziato a conoscere (e amare perdutamente) i divi di celluloide. Un cinema gioiello che ha vissuto momenti di successo e poi l’inevitabile declino, sino alla chiusura definitiva nel 1991.

Oggi, fortunamente, le luci dello spazio Etoile si sono riaccese e le uniche ombre rimaste sono quelle ‘artistiche’, volute dall’architetto Peter Marino che ha firmato il restauro dell’edificio. 1200 metri quadrati divisi in tre piani e collegati da una scala che richiama nella forma un suggestivo calice (urge un sopralluogo dal vivo!). Per le fashion addicted solo l’imbarazzo della scelta tra accessori, gioielli e capi dell’ultima collezione.

Ma, dato che non si vive di sola moda (e questo non è sempre un male!)…. ecco comparire al primo piano della Maison un mini-cinema: 20 comode poltrone dove, dando tregua a caviglie e carte di credito, i visitatori potranno godersi un pezzettino di storia del cinema. Ogni mese sarà offerta una selezione di pellicole (soprattutto cortometraggi) su uno specifico tema. Ad aprire l’originale stagione il documentario Handmade Cinema in cui sono raccolte le testimonianze di alcuni artigiani-artisti, rigorosamente italiani, abituati a lavorare dietro le quinte dei grandi colossal, ma a cui si deve gran parte della loro magia.

Il connubio moda/cinema firmato LV non finisce qui. Nel corso dell’anno registi e video artisti saranno invitati a rivisitare il patrimonio cinematografico italiano e ci sarà anche modo di affiancare progetti innovativi, come il concorso Journeys Awards, destinato a giovani registi e arrivato alla seconda edizione. Molto importante poi la partnership triennale siglata con il Centro sperimentale di cinematografia, che prevede l’istituzione di borse di studio, laboratori di specializzazione (il primo dedicato ai costumi del 1600 coinvolgerà il grande Piero Tosi) e la creazione di un comitato onorario con il compito di sostenere i giovani talenti della Scuola.

Per il presidente di Louis Vuitton, Yves Carcelle, non ci sono dubbi: artigianato di qualità, arte e cultura sono fili di un’unica trama e per il suo brand questo intreccio non può che nascere sotto il segno del cinema. L’impressione è che l’evento romano sia la punta di un iceberg di cultura aziendale molto forte, il risultato di un’azione matura che unisce strategia commerciale, obiettivi di marketing e responsabilità culturale d’impresa. Perché se è vero che si deve essere socialmente responsabili come imprenditori, forse è arrivato il momento di esserlo anche culturalmente.

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